Una scuola di qualità, con un’architettura che consenta a tutti di riconoscere il suo ruolo civico nel territorio. Una scuola a basso consumo, concepita con il più basso impatto ambientale possibile e con contenute necessità di manutenzione. Una scuola sostenibile, costruita con materiali eco-compatibili, di provenienza locale o riciclati. Una scuola aperta, un luogo permeabile con spazi accoglienti per la comunità anche oltre l’orario scolastico.
Una scuola fra dentro e fuori, in cui gli spazi esterni, come cortili, terrazze, giardini pensili, siano anch’essi ambienti di formazione. Una scuola per apprendere meglio, in cui l’aula sia il fulcro di un sistema flessibile in grado di ospitare diverse configurazioni e allargarsi agli spazi limitrofi, a seconda dell’esigenze della didattica. Una scuola per chi ci lavora, in cui gli ambienti per il personale siano ripensati come risorse dell’azione educativa e favoriscano la co-progettazione.
Una scuola per i cinque sensi, per favorire un apprendimento che coinvolga intenzionalmente corporeità e movimento, efficace e inclusivo. Una scuola attrezzata, in cui gli arredi possano essere resi funzionali in base alle esigenze di volta in volta diverse. Una scuola connessa, con nuove tecnologie in tutti gli ambienti, stabili, veloci, sicure, protette e capillari.
Pubblico qui, per cominciare, il punto 5 delle linee guida che abbiamo elaborato in un gruppo di lavoro formato da Arch. Massimo Alvisi; Arch. Sandy Attia; Arch. Stefano Boeri; Arch. Mario Cucinella; Dott. Andrea Gavosto; Arch. Luisa Ingaramo; Prof. Franco Lorenzoni; Dott.ssa Carla Morogallo; Arch. Renzo Piano; Dott.ssa Raffaella Valente, Arch. Cino Zucchi.
Che queste linee guida possano davvero orientare efficacemente la ricostruzione di quasi 200 scuole è da vedere e necessita di grande vigilanza e impegno a livello locale e centrale, ma mi sembra un punto di partenza importante nella prospettiva di rivedere radicalmente la legge del 1975 sull’edilizia scolastica.
Punto 5
UNA SCUOLA FRA DENTRO E FUORI.
OGNI SPAZIO E’ IMPORTANTE
Fare scuola all’aperto, all’esterno, uscendo non solo dalle aule ma da tutti gli ambienti coperti, è una strada ancora troppo poco esplorata dalla scuola italiana. Corti e cortili di molte scuole sono oggi sottoutilizzati, pur costituendo una grande risorsa per l’azione educativa. La pandemia, con la ricerca di maggiori spazi – anche esterni – per le attività scolastiche, ha reso ancora più urgente il loro inserimento fra gli ambienti di apprendimento.
L’ambiente esterno è il luogo di elezione per fare esperienza non solo legata al contesto naturale (il contatto con la terra, l’osservazione dei fenomeni meteo, la coltivazione), ma anche come prolungamento degli ambienti interni. Spazi all’aperto dovrebbero essere facilmente accessibili dalle aule, ma anche da laboratori, biblioteche, spazi comuni e di ristorazione, in una sorta di continuità d’uso che ne faciliti l’appropriazione.
Corti interne, terrazze, patio, giardini pensili, logge, verande, pergole, padiglioni, ecc. sono luoghi articolati per mediare la distinzione che separa l’involucro edificato dal contesto circostante. Le coperture esterne possono essere preziose in prossimità degli ingressi o per ospitare attività didattiche riparandosi dal sole o dalla pioggia.
Condizione necessaria perché questi spazi diventino veri e propri ambienti di apprendimento è che siano progettati all’interno del piano della scuola, dotati di strutture, arredi, pavimentazioni diversificate, zone ombreggiate, semichiuse, depositi, sedute. Solo in questo modo si offrono alle scuole spazi diversificati che invitano a usi plurali, ad esempio adottando nello stesso sistema edificio più soluzioni che possono andare dall’uso della copertura, a diverse corti interne semi coperte, alle zone in piena terra dedicate al giardino e all’orto, ecc.
Laddove possibile, e con particolare attenzione alla scuola dell’infanzia e primaria, le classi e gli spazi di apprendimento interni dovrebbero poter avere un’apertura diretta verso l’esterno, così da costituire fuori una sorta di aula ‘simmetrica’ verde.
Soprattutto nei contesti nei quali scarseggino le aree esterne (ad esempio quelli urbani) sarà importante lavorare sulle pedonalizzazioni nelle aree limitrofe alle scuole e considerare la possibilità di rendere accessibili le coperture per offrire terrazze pensate come veri e propri laboratori a cielo aperto. Le stesse terrazze potranno poi costituire osservatori astronomici e meteorologici, oltre che ospitare orti e luoghi dove sperimentare direttamente i temi della botanica e delle scienze.