Oggi vivremo la notte più lunga dell’anno.
Se qualcuno di voi ha la fortuna di avere una finestra di casa rivolta a ovest da cui può guardare il tramonto o scopre vicino a dove abita uno slargo da cui si può osservare l’orizzonte verso occidente, si accorgerà che oggi è il giorno in cui il sole tramonta più a sinistra, verso sud-ovest, perché compie il tragitto più breve nel cielo.
L’astro che è fonte di ogni energia per la terra, nel corso di un anno segna le stagioni come un immenso pendolo, che oggi è giunto all’estrema sinistra e da domani tramonterà ogni giorno più a destra, fino al solstizio d’estate, che sarà tra sei mesi, il 21 giugno.
Gli osservatori antichi, e Talete con più precisione di ogni altro, calcolarono la durata esatta di un anno a partire da questo giorno particolare in cui il sole, nel suo cammino verso sud-ovest sopra al nostro orizzonte si ferma (sol-stizio), e comincia il suo ritorno verso nord-ovest.
Siamo dunque da oggi in inverno e vale la pena proporre a bambine e bambini di ogni età di dedicare uno sguardo attento a questa scansione cosmica del tempo, che può dare un respiro ampio ai nostri pensieri e alle nostre percezioni.
Trenta anni fa, nell’introduzione al mio primo libro che si intitolava “Con il cielo negli occhi”, scrivevo che le nostre ricerche di Cenci nascevano da una mancanza e da un desiderio.
“La mancanza la sento forte da tempo, prima di tutto in me, ma anche nelle bambine e bambini che ho l’occasione di incontrare. È la mancanza della possibilità di stabilire un rapporto semplice, diretto e immediato con la natura e gli elementi del nostro pianeta. Il desiderio riguarda invece un sogno che condivido con diverse amiche e amici da qualche anno nelle attività e nelle ricerche che vivono nella casa laboratorio di Cenci. E’ il desiderio di tentare di offrire a bambini e ragazzi e a noi stessi una strada, un percorso, una ricerca nel tentativo di ritrovare una capacità di ascolto e di sguardo aperto verso il mondo, verso i cicli vitali che regolano ogni esistenza del cosmo, verso la luna, il sole e le stelle, verso i nostri parenti più lontani, che dal cielo ci parlano nella lingua più antica.
Ben prima che esistesse nel mondo la lettura e la scrittura donne e uomini delle culture più diverse hanno sempre dedicato al cielo i loro sguardi. Hanno imparato a leggere i movimenti dei corpi celesti e hanno organizzato i loro spazi e dato un ordine al tempo a partire del loro rapporto con il cielo. Ora invece il cielo è uno dei grandi territori dimenticati e anche la scuola non lo considera quasi pur avendolo lì, gratuito, fuori dalle finestre, ogni giorno sopra l’orizzonte”.
Bambine e bambini imparano a scrivere da sinistra a destra e qualcuno ipotizza che questa scelta sia data dall’imitazione del tragitto del sole che, nelle nostre latitudini, si sposta anche lui da sinistra a destra guardando verso sud, dove percorre il suo tragitto.
E allora perché non regalare loro questa lettura prima, perché non invitarli a seguire il percorso del sole e le fasi della luna nel corso dell’anno?
Pitagora affermò che siamo venuti al mondo per guardare il cielo. La frase è forse esagerata, ma lui era fissato con i numeri ed era appassionato di misure. Lo si può dunque capire e credo ci dica qualcosa di importante.
Dopo tanti anni continuo a essere convinto che guardare il cielo di giorno e di notte fa bene ad ogni età, anche perché ci ridimensiona un bel po’…
Buon solstizio d’inverno a tutte e tutti!
Nelle foto un osservatorio del percorso del sole costruito a Cenci con canne e fili di lana e il disegno del sole che si avvicina al solstizio di inverno realizzato da una bambina della scuola di Giove.